(Novaya Gazetta del 05.05.2010, l'articolo di Alexej Polikovskij)
Il soldato Ovciarénko andava a carrozza a cavallo, caricata di munizioni via un bosco, quando di repente lo raggiunsero n. 2 carri con i tedeschi. Dalla cabina era uscito un ufficiale in grigio. Il contadino 22enne sino a quel momento mai in vita sua aveva visto i tedeschi. Lui teneva in mano un fucile, guardando, perplesso sia l'ufficiale, sia i camion dell'aspetto insolito, sia gli elmetti di forma strana sulle teste degli stranieri seduti nei camion. L'ufficiale si avvicinò a Ovciarénko, ne prese il fucile dalle mani e disse qualcosa nella sua lingua incomprensibile. Allora il ragazzo biondo robusto si ricordò chi era e dove, ha messo la mano sotto la tela che copriva la carrozza, preso una scure, e di un colpo a due mani rupe la testa al tedesco con un movimento di spaccare la legna. Poi, prese dalla carrozza n. 3 bombe a mano le gettò nelle scocche dei camion.
Il soldato Ovciarenko per quell'atto eroico fu insignito del titolo dell'Eroe dell'URSS. C'è un rapporto con la descrizione dell'evento, firmato dal Comandante del Fronte Meridionale generale-locotenente Riàbyshev. Ma quando recentemente raccontai l'evento ad una persona intelligente e ben istruita, lui mi rispose: "Non credo, che sia vero".
All'esempio, lui sì che crede, che il pilota Gorovéts ha abbattuto in una battaglia n. 9 aerei tedeschi, che l'artigliere Kol'ciàk ha distrutto in un combattimento n. 4 carri armati tedeschi (fra cui n. 2 da solo), crede che un altro pilota, Deviatàjev, essendo nella prigionia tedesca, rubò l'aereo e ne sfuggì con i suoi compagni. Ma non crede, che il soldato dell'Armata Rossa Ovciarénko, uccise con una scure n. 2 ufficiali tedeschi (sì, due, il secondo lui lo raggiunse nell'ortaggio) e fece esplodere con le bombe a mano n. 2 carri tedeschi.
Dove, dunque, nei racconti di guerra passa il limite fra il possibile e il reale? Fra quello che una persona è capace di commettere, e quello impossibile affatto? Fra l'orribile e il ridicolo? Fra la vita e la morte? Fra l'inverosimiglianza della verità e la verosimiglianza della bugia?..
So la storia di un soldato, il quale da una sera tranquilla uscì dalla trincea in cespugli per fare i propri bisogni. Arrivò una mina e gli tolse la testa. So una storia di un altro soldato, salvato da una scheggia del proiettile da una placca metallica, messa sotto una spallina per l'eleganza. So un'altra storia, come in un bosco vicino al fronte andando di fila indiana s'incontrarono n. 2 gruppi di esploratori, un nostro e un tedesco, in tute mimetiche e dopo un secondo di sconcerto continuarono ad andare in direzioni opposte: voi nel nostro retrofronte, noi - nel vostro. Tutte 'ste storie sono verosimili o vere? Sono invenzione o realtà? Un'epica o un aneddoto?
Durante la guerra succedevano gli eventi i più straordinari, sia quelli tragici, sia quelli ridicoli. All'esempio, nella parata dei partigiani bielorussi, svoltasi nell'ippodromo di Minsk il 16 luglio del 1944 partecipò un caprone Piccino. Lui ha vissuto un anno in un distaccamento di partigiani e tante volte insieme con loro rischiava, la sua vita sotto il fuoco tedesco. Alla parata il Piccino in occhiali scuri con una borsa sanitaria sulla schiena, con un nastro al collo, al cui erano attaccate gli ordini militari tedeschi, salutato dagli ufficiali sovietici dal saluto militare, passò la tribuna, decorata di un enorme ritratto del compagno Stalin. Lo credete? Anche se no, non importa, perché questo è il fatto comprovato.
Il soldato Ovciarénko, chi ha ucciso i tedeschi con una scure, perì in gennaio del 1945. Non ce l'ha fatta a trovare una sua foto. Ma eccovi una foto di un altro soldato. Siccome ci mancano le spalline, dunque, è stata fatta prima del 1943. Va al fronte in un carro merci riscaldato a stufa. E' allegro, si è decorato con le cinte delle cartucce, si è messo un binocolo sul collo... Il giorno della Vittoria era lontano ancora...
Si presenta per essere insignito del titolo "Eroe dell'Unione Sovietica" con la consegna dell'ordine Lenin e della medaglia "Stella d'Oro".
Il soldato dell'Armata Rossa Ovciarénko Dmitrij Romànovic, il soldato della 3. compagnia fucilieri del reggimento fucilieri n. 309 della divisione fucilieri n. 176.
Il 13 luglio del 1941 il soldato Ovciarénko portava dal distretto Pesez in una carrozza le munizioni per la 3. compagnia fucilieri, trovandosi a 4-5 km dalla sua unità. In quella zona fu aggredito e circondato da n. 2 camion con n. 50 soldati e n. 3 ufficiali tedeschi.
Uscito da un camion, un ufficiale tedesco ordinò al soldato Ovciarénko "mani in alto!", con un colpo levo il fucile dalle sue mani e cominciò interrogarlo. Il soldato Ovciarénko aveva una scure nella carrozza. Presa la scure, il soldato Ovciarénko decapitò l'ufficiale tedesco, gettò n. 3 bombe a mano nel camion tedesco fermatosi. n. 21 dei soldati tedeschi furono uccisi, gli altri erano sfuggiti in panico. La scure in mano, il soldato Ovciarénko perseguiva un altro ufficiale tedesco e nell'ortaggio del villaggio Pesez lo aveva cacciato e gli tolse la testa. Il 3. ufficiale era riuscito a sfuggire.
Il compagno Ovciarénko non si era scomposto, prese i documenti di tutti gli uccisi e dagli ufficiali - le mappe, cartelle, lo schema, le note, e le ha portate nello stato maggiore del reggimento. La carrozza con le munizioni ed i generi alimentari la ha consegnato al luogo d'ubicazione della sua compagnia. Dopo quell'incidente il compagno Ovciarenko continua il suo servizio militare come mitragliere.
Il 27 luglio sulla quota 239,8 con il fuoco martellante distrusse il nemico, la sua mitragliatrice funzionava senza fallo. L'eroismo del compagno Ovciarénko entusiasmò gli altri soldati alla distruzione delle bande naziste.
Il comandante del fronte
generale-locotenente Riàbyshev
Il membro del consiglio militare Korniets
Ne conferma la verità: il capo della sezione 2 intendente del 2. grado Gonciaròv
sabato 8 maggio 2010
Il soldato
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