Pubblico nel mio blog non solo barzellette, storielle e battute, ma anche, a volte, qualche materiale serio etnografico, che tratta del carattere e i costumi del popolo russo: Come fare gli affari con russi, Come aprire un ristorante in Russia , Glossario delle parolacce russe, Un turista finlandese racconta il suo viaggio in Russia, la lingua Olbanese, e via di seguito. Eccovene uno ancora, il materiale fu pubblicato nel giornale Novaya Gazeta (dispensa a colori), in giugno o luglio del 2007, ora non riesco a trovare l'originale nel loro archivio elettronico e il giornale cartaceo lo avevo da tempo buttato via...
Fra le reazioni dei lettori su un articolo sui comportamenti dei turisti russi all'estero:
1. Sondaggio fatto fra le agenzie turistiche russe all'inizio della stagione dimostrò, che la richiesta principale dei cittadini russi allo scegliere un albergo è "Che non ci siano altri russi".
2. Solo n. 3 volte sono stato all'estero e devo confessare, che in 2 casi la presenza di compaesani mi ha guastato la gioia della vacanza. In Egitto abbiamo chiesto di cambiarci la camera dell'albergo per poter vedere, come il nostro bambino giocava nel campo da gioco per bambini. L'intermediario dell'agenzia ha riuscito di farlo, ma con tanta difficoltà, perché di solito ai russi in quest'albergo danno le camere solo al pianoterra, perché c'erano vari incidenti, quando da ubriachi cadevano dal balcone o dalla finestra... Al terzo giorno abbiamo incontrato un compaesano chi ci confessò in segreto, che lui veniva di nascosta a mangiare nel nostro albergo, perché nel loro il cibo era da pagare a parte, mentre nel nostro tutto era incluso...
Una volta nella stazione di scie di montagna in Turchia mi ero vergognato di essere russo. Una grande compagnia dei russi venuti con i bambini si comportava in modo mostruoso. Tanto più che era la gente dei mestieri intellettuali: designer, fotografi, ecc. Tutti andavano con delle macchine foto enorme, con i notebook, guardavano al video i film di Okhobystin... Sempre univano le tavole nella mensa per 20 persone, non domandando il permesso a nessuno. Parlavano molto forte, parolacce fra ogni due parole. Con il personale si comportavano rudemente, mentre questo era all'altezza. Avevano accumulato dei soldi per un albergo di 4 stelle, ma facevano tale richieste, come se avessero costruito un loro proprio...
3. Sono russa alle 100% di nascita, educazione, cultura. Da 6 anni sono coproprietaria di un'agenzia turistica. Voglio comunicare all'egregia udienza le mie esperienze:
a) Sa qualcuno cosa è un volo charter ubriaco? Un fenomeno mostruoso, vergogna a vederlo. I charter ubriachi sono solo in n. 2 paesi: Russia e Ucraina. Potete dire quanto lo volete, che "anche gli altri a volte si comportano"... Gli ultimi tempi si osserva meno spesso, ma non sarà presto quando sparirà del tutto.
b) Se l'agenzia è professionale, propone dei servizi standard. Dopo trovare l'accordo sul prezzo e sulla qualità un compaesano su due sempre aggiunge: "che non ci siano altri russi". Faccio il servizio anche agli stranieri. Nessun europeo mai vi chiederà che nell'albergo non ci siano i suoi compaesani. Un tedesco a volte può chiedere che ci sia meno rumore, cioè meno italiani o francesi. Ma nessuno mai sfugge i propri compatrioti.
c) Se un europeo riscontra un compaesano vicino, fanno subito conoscenza e comunicano durante tutta la vacanza, spesso anche mangiano insieme il pranzo. Fra i russi succede rarissimamente.
d) La rudezza, l'alterigia non motivate dei nostri compatrioti sono un fenomeno comune. Anche quando uno è assolutamente sobrio. Uno può raccontare delle belle su vari singoli casi con gli stranieri, ma solo dai nostri è un fenomeno molto comune.
e) Se uno straniero si è infortunato, gli altri suoi compatrioti proporranno il loro aiuto. Se è evidente, che la persona non ce la farà da sola, è una legge. Fra i nostri ci sono vari casi. Comunque, il risultato è lontano dalle 100%. Molto spesso passano senza prestar nessun'attenzione.
Scusatemi, se qualcuno ne fosse offeso dalle mie osservazioni. Ma l'indice più alto nel mondo dei bambini lasciati nell'orfanotrofio non è un puro caso...
4. In aprile sono andato a Egitto. Nell'aeroporto i russi bevevano. Mi tenevo lontano da loro. Ho avuto fortuna, il charter era sobrio. Nell'albergo quando il personale me si rivolgeva in russo: Ehi, russo! Come va? Non reagivo. Quando mi domandavano direttamente da dove ero, rispondevo Polonia. Tanto i polacchi non c'erano per smascherarmi. Con il personale parlavo inglese. Mentre i miei veri compaesani si comportavano come maiali, provocando l'irritazione schizzinosa del personale...
5. Ma non bisogna nemmeno andare da nessuna parte! Tutto esiste qua, in Russia sotto la finestra! Ieri nel nostro cortile una dozzina dei russi festeggiava sino alle 3 di notte. Parlavano forte, a parolacce, non ascoltando uni agli altri... E una mille e mezza di compaesani nei palazzi vicini lo ascoltavano tutta la notte, senza voler tanto bene ai propri compaesani.
6. Una questione è come i russi si comportano all'estero.
Un'altra è come ci comportiamo a casa. Nella metropolitana, nel traffico stradale (ve lo ricordate?).
Nota mia: c'erano anche gli altri pareri: "Uno vuole riposare del tran tran della vita urbana, perciò non vuole essere disturbato da nessun compaesano", "Perché l'autrice odia russi così?", "Tutto è individuale, io mi comporto bene", ecc.
lunedì 22 dicembre 2008
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