Eccovi la traduzione italiana del testo del "Dettato totale - 2011":
L'ortografia è una legge naturale
Sulla questione "perché bisogna scrivere correttamente?" le discussioni vaste e ferventi sono in corso. Potrebbe sembrare, che oggi, quando un programma computeristico ce la fa a correggere non solo l'ortografia, ma pure anche il senso, un russo medio non è obbligato a sapere gli innumerevoli finissimi dettagli dell'ortografia della lingua natale, tanto meno le virgole, le quale ebbero una doppia sfortuna. In pieno liberalismo degli anni novanta esse venivano messe dove capitava, o ignorate affatto, erano considerate segno di interpunzione "d'autore". Sin d'ora gli scolari seguono la regola non scritta: "Non sai che segno bisogna mettere? Mettici un trattino". Non per caso quel segno ha ricevuto anche un altro nome: "segno di disperazione". Poi, durante la stabilità degli anni duemila, la gente impaurita cominciò cautelandosi da ogni rischio, mettere le virgole laddove non servivano affatto. Allora, perché dobbiamo scrivere correttamente?
A mio parere, i segni d'interpunzione sono una specie di convenzione, che ci sostituisce il fiuto acuto dei cani, i quali si annusano all'incontro. Un interlocutore persino di minima istruzione, ricevuto un messaggio elettronico, giudica al mittente su mille inezie. Certo che siccome la lettera non è arrivata in una bottiglia sigillata, lui non vede la mano dello scrivente, però una lettera da un filologo piena di errori di ortografia la si può cancellare subito, senza finire di leggerla.
Un fatto noto: alla fine della guerra i tedeschi che usavano la manodopera russa, con delle minacce ricattavano dagli schiavi slavi una quietanza "Un tale dimostrava verso di me un atteggiamento benevolo e merita l'indulgenza". I soldati - liberatori, occupato un sobborgo di Berlino, hanno letto una lettera sgrammaticatissima fieramente presentata dal padrone, firmata da una studentessa dell'Università di Mosca. Il grado di sincerità della scrivente era ovvio, e il borghese-negriere pagò cara la sua vile previdenza.
Ai giorni nostri non c'è modo per capire subito chi è il nostro interlocutore: i metodi di mimetizzazione sono furbi e numerosi. Uno può far finta di essere intelligente, benevolente, persino, forse, delle maniere gentili. L'unica cosa inimitabile è il saper scrivere ortograficamente corretto, una forma raffinata di garbatezza, l'ultimo segno distintivo della gente mite e di lunga memoria, che rispetta le leggi della lingua come una forma suprema delle leggi naturali.
Dmitrij Bykov, 276 parole (in russo, ovviamente).
L'autore del testo lo ha saturato apposto delle parole e locuzioni di difficile ortografia ed interpunzione.
Ecco alcuni risultati: da 120 abitanti della città di Barnaùl, che parteciparono all'esame, nessuno ha avuto il voto "ottimo", 6 persone hanno avuto il voto "bene", 14 - sufficiente. Cioè, tutti i rimanenti - quell'insufficiente!
A Irkùtsk da 259 partecipanti solo uno ha avuto il voto "ottimo". Nelle 11 città di Siberia ci partecipavano 2695 persone: scolari, studenti, insegnanti, funzionari dello stato, uomini d'affari, dipendenti di vari uffici, giornalisti. Solo 45 hanno avuto l'ottimo. 61,1% dei partecipanti - l'insufficiente.
Gli errori più frequenti erano fatti nelle parole "сымитировать" (mimetizzare, imitare, far finta) e "неписаный" (non scritto). Sinceramente, nella seconda parola anch'io lo avrei fatto, la avrei scritta col doppio "n"...
Chi sono i più intelligenti?
| partecipi | ottimo | bene | suffic. | insuffic. |
Irkùtsk | 259 | 1 | 8 | 54 | 196 |
Novosibìrsk | 2691 | 47 | 350 | 718 | 1576 |
Krasnojàrsk | 217 | 3 | 30 | 63 | 124 |
Kémerovo | 610 | 4 | 33 | 97 | 476 |
Briansk | 72 | - | 2 | 12 | 58 |
Snézhinsk | 155 | - | 20 | 31 | 104 |
Samara | 241 | 5 | 21 | 53 | 162 |
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