lunedì 29 giugno 2009

Le cose credute a Mosca

- Perché sei ubriaco?
- Ho preso dell'alcool come un mezzo di profilassi.
- Contro che?
- Contro il raffreddore.
- E perché dovevi prenderlo?
- Ho fatto il bagno nel mare, ed era molto freddo.
- E perché hai fatto il bagno?
- Per rinsavire.

- Dottore, nella mia testa c'è un piccolo omino chi impreca sempre di parolacce.
- Ma è una cosa facilmente curabile, $1000 e Le passerà.
- Dottore, Lei sa cosa ora ha detto l'omino?

Le calorie sono le piccole mascalzone, che vengono da notte per restringere i tuoi vestiti.

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Quelli chi vuole sacrificare la sua vita per la Patria si devono presentare con una richiesta rispettiva, due foto 3x4 cm e una cartuccia appresso.

Le cose credute a Mosca
Negli anni 90'ta una rivista pubblicò il risultato di un'indagine sulle cose credute a Mosca. I giornalisti dovevano scrivere un pretesto qualsiasi su una targhetta e andare a mendicare i soldi dai passanti. Era durante la presa di ostaggi nell'ambasciata giapponese a Perù. Una ragazza scrisse:

"Mio babbo è uno degli ostaggi nell'ambasciata giapponese a Perù, si prega di farmi la carità per un biglietto per Lima e due biglietti di ritorno".

Davano, ma poco. Un poliziotto le diede un consiglio:

"Non ti daranno soldi per il biglietto a Lima. Chiedi meglio per il biglietto a Čità". Alla domanda cosa c'entrava la Čità con Perù, lui disse, che non importava. In risultato la scritta corretta suonava così:

"Mio babbo è uno degli ostaggi nell'ambasciata giapponese a Perù, si prega di farmi la carità per un biglietto per Čità". Davano.
[Čità e una città russa alla frontiera cinese]

Un altro giornalista si spogliò dalla cintola in su (dall'inverno!) e sedette all'ingresso alla metropolitana con la scritta:

"Facevo il mestiere di killer. Mi sono pentito. Voglio cominciare una vita nuova". Davano.

Un altro girava i vagoni del treno suburbano con scritta:

"Ho speso in bevute i soldi che mia moglie mi aveva dato per comprare una macchina lavatrice. Mia moglie mi ucciderà". [Propìl diénghi na stiràl'nuju mašìnu. Ženà ub'jòt] Davano.

Ma la colletta maggiore ha fatto una scritta breve, simpaticissima nella sua semplicità:
"Ho bisogno di soldi!" [Dàjtie déneg = datemi dei soldi]
("Le cose credute a Mosca" allude alla detta "Mosca non crede alle lacrime" moskvà slezàm ne vérit)

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