martedì 15 dicembre 2009

Il perché dei patronimici russi

Poco fa' ho letto una comunicazione:

CHIOGGIA (14 novembre) - Si chiamano Boscolo o Tiozzo circa un terzo degli oltre 50mila residenti a Chioggia, per loro arriva l'ufficializzazione del soprannome... ecc.

Ma anche in Russia moltissime persone portano cognomi e nomi uguali, perciò solo il nome e cognome non bastano per identificare una persona in modo univoco.

Ma anche in Italia nel Medioevo le persone venivano identificate per patronimici, come lo scrive Jurij Rylòv nel libro "Gli aspetti dell'immagine linguistica del mondo nelle lingue italiana e russa".

"Durante un buon tratto di tempo l'unico componente differenziante dell'antroponimo era il patronimico, cioè il nome del padre attaccato al nome o in caso genitivo o con una preposizione de: Iohannes Petri, Iohannes de Pietro".

In un certo momento il componente personale del nome diviene ereditario, quando all'esempio, Brancaleone, il senatore romano nel 1255 al posto di chiamarsi Brancaleone di Brancaleone di Andolò si chiama semplicemente Brancaleone di Andolò, così sono apparsi i primi cognomi, - scrive Migliorini.

I primi cognomi sono apparsi in Venezia nel secolo IX dai notai. Nelle altre parti d'Italia i cognomi appaiono più tardi, all'esempio, in Bologna - nella prima metà del secolo XIII.

Il Consiglio di Trento nel 1563 deliberò di registrare obbligatoriamente al battesimo non solo del nome del bimbo, ma anche del suo cognome. Il cognome diventa uno strumento pratico del divieto dei matrimoni incestuosi.

In risultato dell'elaborazione computerizzata di elenchi telefonici di tutt'Italia nel 1981 E. de Felici ha ottenuto n. 18 mila nomi italiani, fra i quali n. 8 mila erano rari. Il repertorio reale dei nomi è composto da n. 6500 nomi maschili e 3500 quelli femminili.

Il repertorio dei nomi russi conta 450 nomi, ma quello reale - solo 300, perché il resto dei nomi sono rari. Il sistema di cognomi russi si stabilì solo alla fine del secolo XIX, prima non tutti avevano cognomi, ma solo i nobili, clero ed abitanti delle città. La maggior parte dei contadini non gli aveva.

Perciò la necessità del patronimico per l'identificazione della persona. Solo in Russia, Ucraina e Bielorussia i patronimici sono nell'uso corrente.

In Serbia e Bulgaria i patronimici vengono scritti nei documenti personali (laurea, ecc.) ma non vengono usati nella vita quotidiana.

In Islanda, al contrario, non ci sono cognomi, esistono solo patronimici. Mentre in Svezia, all'esempio, "Karlsson" è il cognome ereditario, in Islanda è il patronimico, significa "figlio di Carlo". I patronimici delle donne finiscono in "dottir" - figlia, all'esempio Johannesdottir, "figlia di Johannes". Gli elenchi telefonici islandesi sono organizzati nell'ordine alfabetico dei nomi e non dei patronimici "cognomeiformi". Tanto, la popolazione d'Islanda conta circa 300 mila persone, tutti loro si conoscono di vista...

Jurij Rylòv scrive, che analizzati i nomi degli studenti italiani della facoltà di Slavistica dell'Università Sapienza di Roma che c'erano iscritti negli elenchi nel 1996 (466 persone in tutto, 389 ragazze e 77 ragazzi), nati negli anni 70'ta (senza considerare gli studenti d'origine straniera) ha rinvenuto n. 221 nomi differenti: 169 femminili e 52 maschili. Così, un nome è usato in media da 2,1 persone. Nei gruppi di studenti degli ultimi anni di studi composte da 10-20 persone i nomi non si ripetevano quasi mai, a differenza dei gruppi analoghi nelle università russi.

Per fare il paragono, lui ha analizzato l'elenco studenti degli anni 2-4 della facoltà di filologia romana-germanica dell'università di Voronezh dell'anno 2000. Ha preso dall'elenco in numero uguale delle persone, cioè 466, fra cui 411 ragazze e 55 ragazzi, nati negli anni 1979-82. Ci sono n. 82 nomi, 53 femminili e 29 maschili. Cosicché un nome è usato da quasi 6 persone (5,6).

In Spagna e nei paesi ispanoparlanti il problema del numero limitato dei nomi viene risolto in un'altra maniera: Il nome di ogni persona è composto da 3 componenti: nome (nomi), cognome del padre e cognome della madre (Fidel Castro Ruz) dai maschi e nome, cognome del marito e cognome del padre dalle donne (Vilma Espin de Castro).

Poi, siccome circa 40% delle donne spagnole hanno il nome Maria, molto spesso si usano n. 2 nomi, tipo Maria Luisa ecc.

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