martedì 8 settembre 2009

I modi russi e il sorriso americano

I modi russi e il sorriso americano

Qualche anno fa' ho sentito in una trasmissione della radio "Eco di Mosca":
"Il sorriso americano festeggiò il suo ennesimo anniversario". Una volta le rivoltelle costavano cara, solo i ricchi se le potevano permettere. Ma in 1836 Samuel Colt avviò la produzione in scala industriale di un revolver semplice e buon mercato. Se lo comprarono TUTTI. Proprio da quel tempo gli americani hanno preso l'abitudine di sorridere da lontano ad ogni persona incontrata. Altrimenti l'incontrato poteva diventare nervoso e sparare".

Ho raccontato questa storia agli italiani di mia conoscenza per spiegare, perché i russi non si sorridono all'incontro. Non mi credettero: "Dai, ve lo raccontavano così durante i Soviet?"

Alcuni altri costumi locali:
Da noi è normale salutare le persone incontrate con un semplice "ciao" o un "buon giorno", senza dire il nome del salutato. Ho letto, che in Italia è considerato scortese.

Gli uomini russi a volte si limitano a stringersi tacitamente la mano, senza nemmeno dire "ciao" (Dipende dal collettivo di lavoro, grado di conoscenza, gerarchia). Non si stringe la mano alle donne.

Le domande "Come va?", "Come vai?", "Come stai?" di solito si fanno alle persone tornate dal viaggio, o dopo un'assenza, ai conoscenti da tempo non incontrati.

Non si usano titoli: dottore, professore, avvocato, direttore, ingegnere, ecc., persino nei messaggi scritti.

Non c'è usanza di salutare la stessa persona più volte in una giornata. Se all'incontrare la persona la seconda volta la saluti, spesso sentirai zdoròvalis' = "ci siamo già salutati".

E' scortese rivolgersi ad una persona col suo cognome, bisogna usare il nome o nome e patronimico. (Ovviamente, nessuno si offende se col cognome gli si rivolge uno straniero).

In genere, i russi in un dialogo raramente dicono il nome dell'interlocutore, non come gli italiani, 100 volte in un dialogo di 10 minuti: "Sai, Maria", "Cosa ne pensi, Andrea?"

Molti nomi russi, quando si usano senza il patronimico, raramente vengono usati in loro forma piena, alcuni altri (Alexandr, Vladimir, Eugenij) - mai. Quasi ogni nome (a pochissime eccezioni - Igor, Nina) ha una fila intera delle forme diminutive, di vari gradi di formalità:
Alexàndr - Sàsha - Sàgna - Sagnòk ecc.
Vladìmir - Volòdia - Vòva - Vovàn - Vòvchik ecc.
Eugenij - Zhenia - Zheka ecc.
Serghéi - Serёzha, Serёga, Séryj ecc.
Olga - Olia - Olechka - Olen'ka ecc.
Anna - Agna - Agnechka - Agnùta ecc.

Fra i maschi c'è anche l'usanza, poco osservata ultimamente, al fare conoscenza dire il suo nome pieno. Perciò, se un tizio al stringervi la mano dice: "Piacere di conoscerLa, sono Alexandr", non significa, che lui vuole che lo chiamino proprio così, "Alexandr". Lui osserva semplicemente quest'usanza senza rendersene conto.

La stessa persona in varie situazioni viene chiamata con diminutivi differenti:
Una persona cui nome è Alexandr, dalla sua mamma verrà chiamato "Sàsha", dalla sua moglie "Sàsha" o "Sàgna", dai colleghi - Sàsha, dagli amici da tempi di scuola - Sàgna o Sagnòk ecc. Ogni volta quando la sua mamma, moglie, o collega gli si rivolge con "Alexandr" lui si mette all'allerta: seguiranno dei rimproveri o le cose spiacevoli.

Altri nomi, come Serghei, vengono usati (in situazioni formali) anche in forma piena. Cioè, se un collega mi si rivolge con "Serghei" non significa necessariamente che mi vuole rimproverare. Ma se e quando mi vorrà rimproverare sul serio, userà sempre solo questa forma.

Tutte 'ste cose non sono per essere ricordate, né, tanto meno, osservate: Da uno straniero nessuno aspetta conoscenza dei costumi locali. All'esempio, è perfettamente normale, se uno straniero stringe la mano anche alle donne, si rivolge col cognome, che i colleghi russi lo salutano ogni mattina con "come va?" ecc. Le ho elencate solo per dire: non siate sorpresi o, tanto meno, offesi, se alcune cose vi sembrano strane: esistono differenze in costumi.

Un esempio solo: In una riunione di produzione il mio cliente italiano, spiegando la situazione all'uditorio, diceva "Spiridònov ci ha detto", "abbiamo consegnato il disegno a Spiridònov" ecc., menzionando il nostro direttore, presente alla riunione, di cognome. Io lo traducevo "Nicolàj Konstantìnivich ci ha detto", "abbiamo consegnato il disegno a Nicolàj Konstantìnovich" e via di seguito. I russi sentivano perfettamente il cognome pronunciato da lui, lo ritenevano normale per uno straniero, come per me - sostituirlo col nome-patronimico. Ad un italiano novizio in Russia potrebbe sembrare strano, senno sospettoso, non sentirmi pronunciare lo stesso cognome...

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