giovedì 2 febbraio 2012

La deportazione degli abitanti Italiani di Crimea

Da tanti anni ormai, alla radio "Eco di Mosca" c'è una trasmissione settimanale "Il prezzo della vittoria" su vari aspetti della WWII.

Una di tali trasmissioni in gennaio era dedicata alle deportazioni etniche nell'URSS. Durante la guerra dai loro luoghi d'abitazione furono deportate nelle repubbliche dell'Asia Centrale (Kazakistan, Uzbekistan) tante etnie "sospette" dell'infedeltà al paese: coreani (dall'estremo oriente di Russia), tedeschi (dalla repubblica autonoma dei Tedeschi del Volga), ceceni, ingushi, tartari di Crimea, Greci, Calmucci ecc.



Ecco un estratto della trasmissione:

P. Poliàn: Allora nel nostro paese tutti erano sospetti.

V. Dymarskij: Particolarmente sospetti, più degli altri.

P.Polian: Guarda un dettaglio interessante. Parliamo pure della penisola di Crimea nel 1942. Allora, la parte orientale della penisola era provvisoriamente, per alcuni mesi, ripresa dall'Esercito Rosso e poi ripersa di nuovo ai tedeschi. Il fronte nella penisola era instabile, appena riuscivano a tenerlo. Ciononostante, le truppe del ministero degli interni trovavano il tempo e le forze per occuparsi di cosa? - della deportazione, di chi - degli Italiani!

V. Dymarskij: Come li hanno trovati lì, gli Italiani in Crimea?

P. Polian: Mah... circa 200 o 300 persone, uno o due villaggi, i pescatori ecc.

V. Dymarskij: pescatori italiani?

P. Polian: Sì, italiani. Non troverete né una sola disposizione al riguardo, del Comitato Statale di Difesa, all'esempio. Ma la deportazione c'era, senza nessun dubbio, perché dopo la guerra gli ex deportati si sono organizzati bene, alcuni di loro sono trasferiti in Italia, fanno le attività varie, pubblicano i documenti, memorie, cosicché non c'è nessun dubbio al riguardo. Ma non abbiamo, io non ho nessun atto legislativo o amministrativo al riguardo. Certo, che tali atti c'erano, ma al livello più basso, al livello dell'esercito, può anche darsi al livello della fronte, c'era una tale disposizione o un ordine. Durante la guerra i consigli militari delle fronti li avevano, tali diritti e li usavano, più volte. Deportavano, all'esempio i finlandesi etnici e i tedeschi dalla regione di Leningrad.

...Ma non Le pare pure sorprendente, il fronte si sta per essere rotto, è a soli dieci chilometri da qua, e gli organi della sicurezza statale si occupano di questi poveretti pescatori italiani, che rappresentano una minaccia orribile per l'Unione Sovietica. E' l'idiosincrasia vera e propria!

V. Dymarskij: Mi pare strano che ci sono apparsi gli Italiani.

P. Polian: Mica erano apparsi, abitavano lì da secoli!

V. Dymarskij: Lo capisco.

P. Polian: erano meno numerosi dei greci lì, ma anche i greci ce l'anno avuta.

V. Dymarskij: E i greci perché erano puniti?

P. Polian: Nessuno lo sa, il perché, è incomprensibile. Dal punto di vista della logica del potere sovietico, i greci non c'entravano niente. Ma anche loro avevano sofferto in tutte le campagne di deportazioni massicci, sia negli anni 30'ta, sia nei 40'ta.

V. Dymarskij: Ma sì, avevo incontrato dei Greci, che abitavano a Kazakistan... Generalmente detto, il Kazakistan era la repubblica dei deportati, ce n'erano molti: tedeschi, greci, coreani...

Ecco il rifermento al testo originale (russo) della trasmissione.

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