mercoledì 5 maggio 2010

L'eruzione dell' Eyjafjallajokull: le compagnie aeree ne guadagnarono anziché perdere!

Il noto scrittore e giornalista russo, Michail Veller (vedi anche il mio post La guerra civile in Russia sul libro di M. Veller, A. Burovsky "La storia civile della guerra folle", Mosca 2007), nella trasmissione della radio "Echo di Mosca" di ieri, fra le altre cose, raccontò:

Sembra che la Sky Team, cioè l'Associazione Europea del Trasporto per via aerea, abbia guadagnato una lira di dio su quell'eruzione del vulcano... Cioè, gridarono che la somma delle loro perdite arrivava a 2 miliardi. Come hanno fatto la somma: sommati tutti i prezzi dei biglietti sui voli cancellati in quelli giorni, dissero: "Guardati, signori, quante perdite abbiamo subito!". Però loro avendo incassati tutti i soldi per i biglietti, presero una decisione collegiale: non rimborsare il costo di biglietti a nessuno, mandando i passeggeri sulle rotte appena ci sorga la primissima possibilità. Cioè dopo una settimana di sosta ottennero i voli strapieni dei passeggeri. Poi, circa 30% dei passeggeri se ne andarono via autobus, treno... Un viaggio a tassi Madrid - Parigi costava 1500 euro, vai, ti auguriamo buon viaggio, caro passeggero! E via di seguito. Il viaggio in un autobus costa tanto meno di quello via aerea. La Lufthansa aveva mandato gli autobus per i propri passeggeri. Ed i tedeschi sono proprio quelli che sanno contare soldi meglio di tutti gli altri. Fra n. 4 giorni a Tel-Aviv si erano accorti di aver sbagliato: molte compagnie facevano voli via Tel-Aviv. Chiusero l'aeroporto anche loro! Benché da loro al vulcano la distanza è come da noi al Marte! Ma se tutti se ne approfittavano, erano spiaciuti di non poter guadagnare anche loro. Vi posso rivelare la mia fonte d'informazioni: un Direttore della Rappresentanza Generale della compagnia Aeroflot in una delle capitale europee, uno specialista di tantissimi anni d'esperienza.

Nessun commento: