Dal sito su Michaìl Bulgakov:"E' proprio buffo, che il romanzo è apparso in
Samizdat quando era ormai pubblicato nella rivista
"Moskvà" negli anni 1966/67, perché nella pubblicazione erano stati fatti 159 tagli, del volume totale di 12% del testo originale. Proprio questi tagli con l'indicazione precisa dove venivano inseriti, giravano in
Samizdat. Nel 1969 l'edizione di emigranti russi
Posév (Francoforte) pubblicò il romanzo in intero, evidenziando in corsivo i passaggi, censurati dalla pubblicazione nella rivista Moskvà".
La pubblicazione del Posév non la ho, ma per farvi un paio di esempi:a) Nel capitolo settimo,
"Un appartamento poco simpatico" era omesso il passaggio che alludeva agli arresti di massa:
In un giorno festivo venne nell’appartamento un poliziotto, chiamò in anticamera il secondo inquilino (quello che non aveva piú il cognome) e disse che egli era pregato di passare per un attimo al commissariato per una firma. L’inquilino ordinò ad Anfisa, antica e fedele domestica di Anna Francevna, di dire — se qualcuno avesse telefonato che sarebbe ritornato di lí a dieci minuti, e andò via con il cortese poliziotto dai guanti bianchi. Però, non solo non tornò di lí a dieci minuti, ma non tornò piú del tutto. La cosa piú strana era che con lui, a quanto sembra, scomparve anche il poliziotto.
La religiosa o, per dirla schietta, la superstiziosa Anfisa dichiarò apertamente alla sconvolta Anna Francevna che si trattava di stregoneria e che lei sapeva perfettamente chi aveva rapito l’inquilino e il poliziotto, ma, poiché la notte si avvicinava, non lo voleva dire.
Si sa che la stregoneria basta che cominci e non c’è piú mezzo per fermarla. Il secondo inquilino scomparve, se ben ricordiamo, un lunedí, e al mercoledí sparí Belomut. Sia pure in circostanze differenti. Al mattino la macchina era passata a prenderlo, come sempre, per portarlo in ufficio, e ve lo portò, ma non riportò indietro nessuno e non si fece piú vedere.
Il dolore e il terrore della signora Belomut erano indescrivibili. Ma, ohimè, sia l’uno che l’altro durarono poco. Nella stessa notte, tornata con Anfisa da una dacia dove, chi sa perché, Anna Francevna si era recata in tutta fretta, essa non trovò piú la signora Belomut nell’appartamento.
Ma non basta: le porte delle due camere occupate dai coniugi Belomut avevano i sigilli.
Due giorni passarono alla bell’e meglio. Al terzo, Anna Francevna, che in tutto quel periodo soffriva d’insonnia, ripartí di nuovo in gran fretta per la dacia... Occorre dire che non ritornò?
Rimasta sola, Anfisa, dopo aver pianto a volontà, andò a dormire che era l’una passata. Che cosa le succedesse in seguito non si sa, ma gli inquilini degli altri appartamenti raccontavano che nell’appartamento n. 50 si udirono per tutta la notte dei colpi, e le finestre rimasero illuminate fino al mattino. Al mattino si scoprí che neppure Anfisa c’era piú!
b) Dal capitolo 28
"Ultime avventure di Korov’ev e Behemoth"erano escluse le avventure nel negozio
Torgsìn:— Da noi si compra
solo con valuta estera! — borbogliò, guardando irritato da sotto le cespugliose sopracciglia grigie che parevano rosicchiate dalle tarme.
— Carissimo, — disse con voce tremula lo spilungone, il cui occhio scintillava attraverso gli occhiali a stringinaso rotti, — ma lei come fa a sapere che io non ne ho? Lei giudica dal vestito? Non lo faccia mai, eccellentissimo guardiano! Potrebbe sbagliare, e di grosso.
e via di seguito...
[Perché tali negozi continuavano ad esistere ancora al momento di pubblicazione e sino alla rovina dell'URSS].c) Dal capitolo 15 "Il sogno di Nikanor Ivanovič", su come quelli di sicurezza di stato ricattavano la valuta dai cittadini, ben poco era rimasto.
Lìdia Janòvskaja, che faceva correttrice delle bozze x la pubblicazione scrive:
Eccovi la storia di inserti che giravano Mosca e capitarono all'estero così tanto travisati:
Alla pubblicazione del romanzo nella rivista
Moskvà E.S. Bulgàkova aveva firmato tutti i tagli. Così le aveva consigliato
K.M. Simonov - lo principale, secondo lui, era di pubblicare il romanzo in qualsiasi stesura. Ma poi lei non gli voleva sopportare più... forse presentendo, che il tempo che le rimaneva non era così lungo. Le sue attività
"diplomatiche" cui alcune mosse forse rimarranno ignoti per sempre, diventava sempre più attaccante. Ed ecco, infine era successo quello che nessuno oltre di lei non avrebbe mai riuscito ad ottenere: nel termine proprio brevissimo dopo la prima pubblicazione in rivista, entro la fine dello stesso anno 1967 lei ottenne il permesso di pubblicare il romanzo non censurato all'estero.
Nelle sue dichiarazioni lei sottolineava, che i tagli nella pubblicazione erano fatte all'insistenza della redazione della rivista
(benché sapeva perfettamente che la redazione aveva eseguito le indicazioni di Glavlìt). Che quelli tagli non erano affatto grandi, 35 pagine solo (ed allegava il testo dei tagli, per l'occasione apposto stampate ad una interlinea solo). Assicurava, che i tagli non sono affatto dovute alla censura, all'ideologia, ma esclusivamente al desiderio di
"lasciare nella rivista uno spazio per un'altra opera". K.M. Simonov le aiutava molto e nell'ottobre del 1967 nel
Comitato Centrale del PCUS fu spedita la lettera dall'Unione degli Scrittori firmata da n. 2 persone: uno dei segretari dell'Unione (per sontuosità) e il membro della "Commissione sul Patrimonio Letterario di Michaìl Bulgakov" S. Lianders, cui promotore era, certamente, Lianders, l'aiuto di Simonov stesso.
Eccovene alcuni estratti:"Attualmente alla società per azioni "Mezhdunaròdnaya Kniga" (libro internazionale) si è rivolto l'editore italiano D. Einaudi con la richiesta di stipulare con lui l'accordo sul diritto di pubblicare il testo completo del romanzo "Maestro e Margherita"...
Mezhdunaròdnaya Kniga ha l'interesse nel realizzare un tale accordo. Da parte nostra consideriamo possibile d'appoggiare l'intenzione della Mezhdunaròdnaya Kniga, siccome questo permetterà bloccare gli eventuali tentativi di falsificare il patrimonio letterario di Michaìl Bulgakov. Tali tentativi già hanno avuto luogo con la pubblicazione all'estero del romanzo di Michaìl Bulgakov
"Guardia Bianca", alla quale era attaccata la presunta "terza parte" del romanzo, che mai era esistita".
(Quest'ultimo argomento lo possiamo con certezza attribuire a Elena Sergéevna, cioè possiamo affermare, che lei partecipava alla compilazione del testo della lettera).
"Secondo la pratica stabilitasi, - continuavano i rappresentanti dell'Unione Scrittori, Il
Glavlìt permette spedire all'estero i manoscritti nella stesura in cui essi erano pubblicati nell'URSS. V'inoltriamo la richiesta di dare istruzioni al Glavlìt di siglare quelle pagine del romanzo che non erano state pubblicate nella rivista Moskvà. In novembre la società per azioni
"Mezhdunaròdnaya Kniga" ricevette la lettera dalla direzione dell'Unione scritori: "V'inoltriamo 35 pagine del testo scritto a macchina con i tagli fatti dalla redazione delle rivista "Mosca" nel testo del romanzo di Michaìl Bulgakov
"Maestro e Margherita" pubblicatoci. Dette pagine sono stati permessi per l'esportazione dalla Disposizione del Glavlìt n. 98 dal 15 novembre 1967. Gli originali dei tagli con il timbro di nullaosta della Direzione Principale di Tutela di Segreti in pubblicazioni presso il Consiglio di Ministri dell'URSS
(così si chiamava l'ente di censura allora) sono custodite nella parte segreta dell'Archivio della Direzione dell'Unione scrittori dell'URSS".
Il 20 novembre dello stesso anno E.S. Bulgàkova ricevette dalla Mezhdunaròdnaya Kniga una ricevuta: "Ricevuti da E.S. Bulgàkova i tagli dall'opera di M.A. Bulgakov
"Maestro e Margherita", in tutto sono 35 pagine del testo stampato a macchina con una interlinea".
Essendo garantita dal permesso del
Glavlìt, lei già non aveva paura di distribuire i tagli da inserire nel testo della pubblicazione nella rivista e regalava i numeri della rivista con gli inserti incollateci, così facevano anche i suoi amici. E' proprio sorprendente, che gli edizioni Posév non riuscirono ad ottenere una copia decente di queste inserti.
Nota mia: i documenti comuni venivano allora battuti a macchina ad interlinea 1,5, mentre i manoscritti destinati alla pubblicazione venivano sempre battuti a n. 2 interlinee per lasciare posto x eventuali correzioni del redattore.